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Mutui 2024: giù i tassi!

Aggiornamento: 29 apr



La Bce dopo quasi 2 anni di rialzi costanti, lascia invariati gli indici per il tasso variabile, mentre calano anche i valori del fisso, ma cosa succederà con l'arrivo del 2024?


I mesi di novembre e dicembre 2023 verranno annoverati come i mesi della svolta per quanto riguarda i tassi sui mutui. Il segnale più forte lo ha dato proprio quella Banca centrale europea che in questi mesi si è resa protagonista di una stretta come mai prima d’ora. Infatti, dopo una serie ripetuta di rialzi dei tassi di interessi (che comunque più bassi rispetto a quelli di 15 anni fa), la presidente Christine Lagarde ha lasciato invariati gli indici durante l’ultima conferenza stampa pubblica tenutasi nel palazzo di Francoforte.


Tassi di interesse sui mutui, la discesa è davvero iniziata?


Gli ultimi segnali ci confermano un trend in discesa per i tassi di interesse sui mutui, al termine di una sessione di continui aumenti da Febbraio 2022 ad Ottobre 2023. Altro sintomo molto forte di questa tendenza viene dal cosiddetto Eurirs, il parametro che serve di base per il calcolo dei tassi fissi: rispetto ai livelli massimi raggiunti nelle ultime settimane dello scorso mese di ottobre, oggi questo dato è tornato ai minimi, indietreggiando di circa 80 centesimi.

Se consideriamo il tasso fisso a 30 anni, costa ben 150 centesimi in meno rispetto al valore variabile.

Dunque, i tassi d’interesse sui mutui sono in calo? Facciamo un esempio: accendiamo oggi un finanziamento da 100mila euro per l’acquisto di un appartamento di proprietà, con tasso variabile di partenza al 5% e durata di 30 anni, e lo confrontiamo con un mutuo a tasso fisso al 3,50% dello stesso importo e con la medesima prospettiva temporale. Senza calcoli matematici, si intuisce subito che la rata del prestito del primo scenario è sensibilmente maggiore del secondo.

Se però, come pare, i tassi d’interesse dovessero calare nel corso del 2024, ecco che l’importo mensile del primo prestito andrebbe a scendere di oltre 100 euro con un abbassamento dell’1% e di oltre 150 euro con una diminuzione dell’1,5%. In questa situazione, il mutuo a tasso variabile diverrebbe quindi più conveniente rispetto a quello fisso, a maggior ragione se lo scenario dovesse confermarsi durante tutto il prossimo decennio alle porte.


Il consiglio rimane sempre lo stesso: affidarsi a professionisti del settore, che sanno come addentrarsi nei meandri delle diverse condizioni dei diversi istituti bancari. Tra oltre 70 banche, saprò consigliarti quella giusta per realizzare il tuo progetto.





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